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Palazzo Salomone

Palazzo Salomone sorge ai piedi della rupe del SS. Salvatore, imponente e capricciosa altura rocciosa sovrastata dalla omonima Chiesa romanica esistente fin dal 1204. E’ un vasto edificio, che si estende per lungo tratto della Salita Salomone, di cui segue l’altimetria e l’andamento lievemente curvilineo (Contino:2,42). Non se ne conosce la data di costruzione ma l’impianto originario sembra essere di fine ‘500/inizi ‘600. La sua immagine, infatti, sembra emergere in un pannello del Coro ligneo della Cattedrale scolpito da Giovanbattista e Stefano Li Volsi nel 1622. In questo “panorama” della Nicosia del 1622, tra la chiesa di San Nicola e l’altura del Salvatore sovrastata dalla chiesa, spicca un edificio nobiliare ricco di una balconata artisticamente intagliata, tanto simile all’attuale prospetto orientale di palazzo Salomone. L’imponente edificio sembra essere composto di più corpi aggiunti o ricostruiti o ristrutturati nel corso dei secoli. Si eleva per tre piani: il I° con varie porte e il portale principale al civico 34; il II° arricchito di numerosi balconi panciuti di stile seicentesco; il III° di semplici balconi lineari. Il carattere di palazzo nobiliare spicca nel corpo centrale, con il portale ed il balcone principale riccamente intagliati e scolpiti. E’ di stile prevalentemente settecentesco, come indica la data “1751” incisa sotto uno dei due stemmi, esattamente quello più in alto collocato sopra il balcone principale. Questa data potrebbe indicare una ristrutturazione radicale del prospetto attuata dal barone Rainaldo (secondo barone di Salinella), che si investì del titolo il 20 Gennaio 1750 (San Martino De Spuches: 383). Un altro stemma è posto sopra lo stesso portale, senza alcuna data. Il portale ed il balcone principale sono artisticamente intagliati e decorati: il portale, sormontato da uno stemma, a tronchi di piramide sormontati da rosoncini, alternati con pietre lisce; il balcone con la stessa decorazione e un architrave con volute e fregi, sormontato dallo stemma più antico con la data “1751”. Il potale d’ingresso immette sotto una volta a botte che conduce ad un cortile interno, dove si aprono gli accessi al palazzo. A sinistra, il piccolo portale d’ingresso al palazzo sormontato anche questo dallo stemma nobiliare; a destra le “scuderie” dove sono custodite 8 carrozze, alcune dei Salomone, altre dei Di Falco: -un landau con i vetri fiumèes e lo stemma dei Di Falco filettato in oro: carrozza di galà di fine ‘700/inizio ‘800; -un altro landau con la sigla GS: carrozza di galà a due cavalli; -una milordina: carrozza di rappresentanza, versione privata della Vittoria a un cavallo; – due calessi: carrozze da passeggio per la campagna e la città, a un cavallo; -un pocker: una carrozza elegante vis-à-vis per spostamenti; -un faith: carrozza da passeggio per spostamenti giornalieri (guasta).

Salendo si raggiunge il I° piano. Qui si susseguono: – la “sala degli stemmi” con gli emblemi nobiliari dei Salomone e delle famiglie imparentate (La Via, Di Falco) affrescati nel soffitto; – lo studio ancora arredato con tavolo da lavoro, lampadario in ferro battuto e armadi; – la biblioteca che contiene circa 3.500 volumi, tra cui alcune opere rare (un libro di madrigali di Pietro Vinci) e alcuni manoscritti sulla storia di Nicosia. Tra questi la storia del canonico Bartolomeo Provenzale, (trascritta dal barone-sindaco Giuseppe da un originale forse andato disperso) e un altro manoscritto miniato sulla Storia genealogica della famiglia La Via, opera del barone Giuseppe La Via di Santa Agrippina. Salomone di Nicosia: cenni storici e araldici La famiglia Salomone (o Salamone) è una delle più antiche e prestigiose di Nicosia. Compare, infatti, nella storia nicosiana a metà del ‘300 e già in ruoli importanti. Ben 3 Salomone figurano tra i firmatari della Battagliola, trattato di pace firmato nel 1340 tra i due quartieri “rivali” di Santa Maria e San Nicola: Philadelphius de Salamone per Santa Maria, Rogerius e Johanes de Salamone per il quartiere basso di San Nicola (La Via: 26-28). Non solo. Nel 1348, nell’attestazione pubblica a favore di fra Giacomo di Nicosia ( priore della chiesa di S. Michele), eletto abate del convento benedettino di Agira, figurano Raynaldus de Salomone, Johanne de Salomone giurati della terra nonché un Utolis de Salomone arciprete di Nicosia ( Gioco: 564-566). Lo stesso Raynaldus de Salomone, Regius publicus Notarius della terra di Nicosia e di San Fratello, assieme alla moglie Beatrice dona al locale convento di San Benedetto un loro tenimento di terre arborate e vigne, “alla quantità di un ottimo Feudo”, in c/da Farinato (Provenzale). Lì il priore Tommaso Massellino fece edificare un cenobio con annessa Chiesa sotto il titolo di S. Maria del Soccorso (Pirro II:1280), di cui restano i ruderi della chiesa e del convento in c/da fiume Salso, conosciuti tuttora con la denominazione popolare di “Diavulazzu”. Sempre lo stesso Raynaldus Salomone redige, nel 1399, in qualità di notaro, le Consuetudini fra Nicosia e Mistretta sull’uso dei pascoli e dei boschi confinanti, firmato dai giurati (cioè amministratori o assessori) delle due comunità. In quest’atto figurano anche Nicolaus e johanes de Salomone, probabilmente parenti o consanguinei (Barbato: 93-96). Altri membri della famiglia Salomone ricoprono varie cariche pubbliche come giudici o giurati per il quartiere sottano di San Nicola durante il ‘400 ed il ‘500. Lo attestano i documenti raccolti nel Liber Gratiarum civitatis Nicoxiae, custodito nella locale Biblioteca e pubblicati da Angelo Barbato nel 1919. Tuttavia, nonostante il ruolo prestigioso e le numerose e ripetute cariche pubbliche ricoperte nel tempo da vari componenti dei Salomone, questa famiglia non sembra avere finora alcun titolo nobiliare. Pare tuttavia che uno “stemma primitivo” dei Salomone compaia tra gli emblemi nobiliari (scolpiti vicino all’orologio della torre) delle cinque casate che contribuirono a “perfetionare quest’opera tanto famosa” qual’ era l’altissima Torre civica (Provenzale), già divenuta campanile della chiesa di S. Nicola, ingrandita ed abbellita durante il ‘300 e ‘400. La stessa insegna araldica, poco leggibile perché molto deteriorata, pare che sia dipinta nella XIII campata del Soffitto ligneo dipinto assieme a quelle dei Marchisio, dei Sabia e degli Aragona di Sicilia (De Francisco: 6). Anche nel ‘500 i Salomone si distinsero in alcuni avvenimenti.

Un Francesco Salomone sembra essere stato uno dei 13 cavalieri italiani della famosa disfida di Barletta del 1503, narrata da Francesco Guicciardini nella sua storia d’Italia e da Cesare D’ Azzeglio nel romanzo Ettore Fieramosca; mentre Lorenzo, assieme ad altri rappresentanti accolse a Nicosia l’imperatore Carlo V il 16 Ottobre 1535. Oltre che giuristi e notai, i Salomone si dedicarono alla cultura ed alle arti, come dimostra la ricca Biblioteca privata custodita tuttora nel palazzo. Nel XVIII secolo, infatti, troviamo un Giuseppe Salomone poeta e medico (Beritelli – Narbone: 316); mentre, fine ‘800, Giuseppe e Guglielmo Salomone, assieme all’Ufficiale sanitario Arturo Beniamino Leone, scrissero la Bella monografia Nicosia inserita “le cento città d’ Italia”, supplemento mensile illustrato “del Secolo” di Milano (Leone). Nel ‘700 i Salomone acquisiscono finalmente un titolo nobiliare. Infatti un Michele Salomone sposò Grazia Pasquale, ereditiera di mezzo feudo di Salinella, posto nel territorio di Petralia Soprana, e il figlio Felice Salomone fu investito dell’intero feudo 1732, per metà come figlio primogenito di Michele Salomone e Grazia Pasquale suoi genitori, per l’altra metà per averla acquistato da Giovanni La Valle. Questi fu dunque il primo dei Salomone ad acquisire il titolo di Barone di Salinella, che trasmise ai suoi discendenti fino al 1879 (San Martino De Spuches: 383-384). In seguito Rainaldo Salomone (Nicosia 1785-1823) sposò Serafina Alessi (degli Alessi del quartiere S. Nicola) e divenne barone di Montegrosso, feudo ubicato nel territorio di Villadoro. Ultimo della famiglia investito di questi titoli fu Michele Salomone, 1° Sindaco di Nicosia dopo l’Unità d’Italia. Alla sua morte (1879) lasciò i suoi titoli e beni alle figlie della sorella Giovanna, che aveva sposato Giuseppe Speciale, barone di Vaccarizzo e Mallia: a Maria Viola Salomone – Speciale, moglie di Gaetano La Motta, il feudo di Salinella; a Serafina Salomone – Speciale, sposata con Graziano Cirino, il feudo di Montegrosso (San Martino De Spuches:383). In tal modo, “maritali nomine”, questi La Motta divennero baroni di Salinella e i Cirino baroni di Montegrosso (San Martino De Spuches). Con Michele si estinse il ramo principale dei Salomone, la cui discendenza proseguì con il ramo cadetto, esattamente con Gregorio che nell’ ‘800 aveva sposato Antonina La Via baronessa di Santa Agrippina, di cui ereditarono il titolo e alcuni beni. Tra questi la villa di S. Agrippina (di cui restano i ruderi) e l’archivio di famiglia. Successivamente un Guglielmo sposò Anna Di Falco. Con questo matrimonio i Salomone acquisirono i beni di questa nobile famiglia nicosiana, tra cui la villa del Canalotto e alcune carrozze, tuttora conservate nelle “scuderie” del palazzo. Da questa unione discendono anche Giuseppe, che fu l’ultimo barone sindaco di Nicosia (1952-1956), che ordinò la Biblioteca e trascrisse alcuni manoscritti antichi per conservarne copia nella sua biblioteca. Gli stemmi dei Salomoni di Nicosia Lo Stemma sovrastante il portale di palazzo Salomone è leggermente diverso. Infatti rappresenta una croce d’oro in campo rosso, accantonato nel 1° cantone [riquadro] dalla stella di Davide o gruppo di Salomone, nel 2° da una mezza ala, nel 3° da una stella a 8 punte, nel 4° da tre bande d’oro moventi da un palo; e sovrastato dalla corona di barone. Questo blasone corrisponde a quello dipinto sul soffitto della “sala degli stemmi” al I° piano.

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Via Francesco Salomone, 40

94014 – Nicosia (En)

Info: 346 7404533

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