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Chiesa S. Croce

Dell’antica chiesa di Santa Croce faceva cenno il Papa Clemente VII, che in una lettera di Indulgenze ricordava «essere stata detta chiesa eletta per casa di disciplina sotto le regole del Cardinale de Colonnis» (da una Memoria dell’arch. parr., che riporta la data erronea della lettera: 9 aprile 1300). Nel 1573 Mons. Rettana la eresse a parrocchia assieme a quella del SS. Salvatore e alla chiesa di S. Maria e S. Erasmo sul monte Altesina, soggette alla Matrice di S. Nicolò. La chiesa crollò assieme a tutto il quartiere nella frana del 1757, e la parrocchia fu trasferita temporaneamente in quella di S. Antonio di Padova, rimasta anch’essa danneggiata.

Nel 1771 il Capitolo di S. Nicolò concesse, come sede definitiva, la chiesa di S. Rocco che si stava costruendo nel territorio della Matrice. Questa chiesa infatti era crollata nel 1749 e fu definitivamente travolta dalla frana, durante i lavori di ricostruzione. La nuova chiesa sorse per volontà del popolo, che affidò il compito di portarne a termine la fabbrica entro sei anni al sac. Sebastiano Manarà. Poiché al 1771 la costruzione non era stata ancora ultimata, fu richiesto l’intervento del ministro Fo-gliani, il quale, con lettera del 19 febbraio 1772 all’Arcivescovo Arduino, fece ordinare a don Giacomo Manarà, erede dello zio Sebastiano ormai deceduto, il sollecito compimento della fabbrica o la consegna ad altri delle somme e dei materiali avuti dai fedeli (arch. catt., voi. 2, fio. 716-718). La nuova chiesa fu dedicata alia Esaltazione della Croce. A S. Rocco fu eretto un altare. Essa restò, così, fuori del suo distretto territoriale sino al 1942, quando vennero modificati i confini della parrocchia.

La chiesa è ad una navata e non presenta pregi architettonici. Possiede, però, due statue in legno attribuite a Stefano Li Volsi,S. Rocco e S. Paolino, e quella pregevole in marmo, scolpita nel 1498, di autore ignoto. Rappresenta la Madonna della Catena nell’atto materno di porgere il seno al Figlio; sulla base esagonale stanno teste di Cherubini e tre scenette, di cui quella centrale presenta due santi genuflessi. Sulla fascia è la scritta: « M CCCC LXXXX Vili HOC FIERI FECIT MAGISTER JULIANUS DE GA-RIGU ». È caratteristica in questa parrocchia la processione della domenica di Pasqua, che si può ritenere l’epilogo dell’antica Casaz-za\ l’incontro del Cristo risorto con la Madre ancora in gramaglie; alla vista del Figlio cade il manto nero, la Madonna si inchina tre volte e, collocata la statua accanto a quella del Cristo, la processione percorre le vie della città.

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